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13 marzo 2025
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Appello Ri-mediare

 
Il GNNI ha voluto sottoscrivere l’appello dell’Associazione Ri-mediare perché condivide con essa
la preoccupazione che a fronte di tanti investimenti impegnati nella costruzione di infrastrutture,
quali scuole, servizi educativi, case della comunità, ecc. non sono stati impegnati dei fondi per la
gestione delle stesse. Motivo per cui queste infrastrutture rischiano seriamente di restare dei
contenitori vuoti.
In particolare, il GNNI è estremamente preoccupato in quanto, nonostante i fondi del PNRR
destinati all’incremento del numero dei servizi educativi rivolti alla prima infanzia in un primo
tempo fossero considerevolmente elevati, in un secondo momento sono stati ridotti, per cui oggi si
fatica ad attivare un sistema integrato dell’offerta, in particolar modo quella dedicata allo 0/3 anni.
Inoltre, la difficoltà di partecipazione ai bandi per l’affidamento di finanziamenti PNRR ha
penalizzato soprattutto i Comuni delle regioni del Sud proprio per la carente storia di servizi
educativi.
Tra l’altro, nel Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine nell’Appendice VI allo stesso
PSBMT, inviata dal Governo alle Camere il 23 ottobre 2024, si legge nella Tavola A.VI.4, che
l’Italia, determinato come obiettivo di riferimento il quarto trimestre del 2027, dovrà “garantire che
le strutture pubbliche e private per l’infanzia abbiano una disponibilità di posti pari ad almeno il
33% del numero dei bambini sotto i 3 anni a livello nazionale”, mentre sarà sufficiente “una
disponibilità di posti, pari ad almeno il 15% del numero dei bambini sotto i 3 anni, a livello
regionale”. Ciò comporta un disconoscimento dei LEP indicati nel Livello essenziale di prestazioni
in materia di servizi per l’infanzia - così come stabilito dall’art. 1, comma 172, della Legge
234/2021 e dal PNRR.
Si rammenta, inoltre, che l’Unione Europea ha indicato, già nel dicembre 2022, come obiettivo da
raggiungere la copertura dei servizi per l’infanzia pari al 45%.
Questo provvedimento legittima la persistenza delle forti e decennali disuguaglianze territoriali
presenti nelle diverse regioni, soprattutto in quelle del sud, negando a tutti i bambini e bambine il
diritto a un’educazione di qualità.
 
Leggi qua l'appello Ri-mediare.

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